L'agenzia italiana del farmaco, AIFA, vuole puntare sul TOCILIZUMAB, un farmaco anti artrite, che sta dando buone risposte all'ospedale Spallanzani di Roma: il suo potere anti infiammatorio combatte la sindrome da rilascio di citochina, generata dal virus, causa delle gravi insufficienza respiratorie che mettono in pericolo i pazienti in terapia intensiva.
Ora, l'AIFA, deve escluderne tossicità e nocività.
Verrà testato su 330 pazienti ricoverati per polmonite da COVID-19 che mostrano segni di insufficienza respiratoria o che sono stati intubati nelle 24 ore precedenti.
Forse verranno testati due antimalarici: la clorochina e l'idrossiclorochina.
A questi vanno aggiunti alcuni farmaci contro l'HIV come il Kaletra e il Darunavir in combinazione con cobicistat e ritonavir. Si suppone che possano rallentare la replicazione del virus nell'organismo (ritardando il peggioramento dell'infezione, dando così più respiro alle terapie intensive).
Infine c'è un farmaco risultato essere inefficace per contrastare l'ebola: si chiama Remdesvir ma al momento non è stato autorizzato, anche se avrebbe una certa capacità di contenere l'infezione.
FONTE: LA STAMPA
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