Un'importante incontro si è tenuto oggi fra Beppe Grillo, impropriamente definito ancora oggi come comico dai giornalisti, e i membri dellla Commissione Affari Costituzionali del Senato, per parlare della sua raccolta firme del 2007 per un referendum.
Dopo 2 anni finalmente è stato ricevuto da questa Commissione, mentre i cittadini, ben 350.000, firmatari di queste iniziative di legge, stanno ancora aspettando un riscontro positivo!
Cosa chiede Beppe Grillo?
Nessun condannato in Parlamento.
Limite di 2 legislature per ogni parlamentare.
Elezione nominale.
Ci sono 3 "ovviamente" da elencare:
1) Ovviamente non si sa quando potremmo avere l'onore di andare a votare queste proposte;
2) Ovviamente, nell'aula, c'era chi preferiva informarsi tramite il quotidiano "Il Resto del Carlino", anzichè ascoltare il comico-politico o anzichè constatare la veridicità delle sue parole attraverso Internet;
3) Ovviamente il TG1 ha parlato brevemente di questo incontro, di questo discorso, elencando semplicemente (e antidemocratimente!!) i presunti insulti, ovvero "Siete antidemocratici, antistorici e vecchi", con consenguente piccata risposta del Presidente del Senato inafihcs (scusate, ma non riesco a scrivere il nome di un amico di mafiosi). Per fortuna ci pensa Repubblica a tappezzare gli strappi all'informazione del più famoso genovese nel mondo.
Questa la risposta di Beppe Grillo, al servizio mandato in onda dal TG1:
"Secondo il TG1, ieri in Commissione Affari Costituzionali del Senato è andato in scena un mio show. Le parole che ho detto avrebbero indignato il presidente Schifani. Cosa lo indigna di più, il fatto che quattro membri della camera che presiede siano stati raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia per "concorso in corruzione aggravato dal favoreggiamento della mafia", o il fatto che 350.000 cittadini pretendano la discussione della legge per un Parlamento Pulito?"
Il video dell'intervento di Grillo, dalla durata di 18 minuti, è ovviamente visibile solo su Youtube: http://www.youtube.com/watch?v=YiBtBlKtanU
Schifani non è riuscito, anche lui, ad andare oltre gli insulti (presunti o tali) e ha prontamente risposto dando del qualunquista a Beppe Grillo, il quale non rispetterebbe le Istituzioni e i rappresentanti eletti dal popolo. Avete letto bene: ELETTI. Eh no, caro inafihcs, il popolo non ha eletto proprio nessuno! Eh no, caso inafihcs, chi non rispetta le Istituzioni, prendendole in giro e sminuendole, è lei e i suoi colleghi in odor di Mafia che, oltre a già questo grave comportamento, sminuite la Magistratura, i magistrati (chissà perchè sempre quelli onesti) e il lavoro degli investigatori che si avvalgono delle imprescindibili intercettazioni...ops, ma che mi fa dire, questa parola ormai la farete togliere dai vocabolari immagino!
Dopo questa "bad news", date le bocce ancora ferme e ormai fredde di questo futuro referendum, c'è una "good news", sempre riguardante Beppe Grillo & Co.
A Bologna, nel Consiglio comunale, sbarcherà per la prima volta nella storia un "grillino" e tutto grazie al web, cosi com'è successo per l'elezione europea di De Magistris e Sonia Alfano, snobbati dai mass-media.
Il suo nome è Giovanni Favia, ha 28 anni, ha la faccia pulita ed anche lui ha un canale video su Youtube, dove potete vedere fra le altre cose un suo simpatico ed economicissimo spot elettorale e un suo incontro coi cittadini, coi quali ha parlato di energia e trasporti, ovvero di efficenza, riqualificazione, piste ciclabili, verde, tutte cose dimenticate dai nostri politici che spero un giorno manderemo a casa.
Il suo link è questo: http://www.youtube.com/user/GiovanniFavia
Qui, invece, un articolo di Repubblica: http://bologna.repubblica.it/dettaglio/favia-un-grillino-in-consiglio-comunale/1648799
Intanto, mentre persone oneste si fanno strada, l'Italia continua a farsi riconoscere nel mondo con il DDL, passato con la fiducia, che bloccherà tantissime intercettazioni, tranne che per mafia e terrorismo (ovvero niente più reati finanziari ed ambientali, ad esempio). Fortissima la protesta dell'Italia dei Valori, unico vero baludaro della legalità in Parlamento.
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