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10 giugno 2011

Le pubblicità del falso


Le pubblicità servono, oltrechè a rimbambirci mostrando numeri, merce e tette+culi, a farci sentire dentro un sistema che offre opportunità fantastiche a tutti, a farci sentire inseriti, a cancellare ogni ristrettezza, ogni contestazione, ogni parvenza di povertà ed ingiustizia del sistema che ci inghiotte come una sabbia mobile o come un'anaconda.


Le pubblicità sono inviti all'edonismo, infatti premono sulla nostra voglia di primeggiare e di vivere alla grande con noncuranza delle conseguenze sia nostre, quindi dirette (velocità in auto = incidenti e morti; grandi bevute = cirrosi, violenza, incidenti, morte; tanto altro..), che quelle legate all'ambiente. Ma questo è ovvio. Ciò che mi preme sottolineare è il fatto che le persone che recitano devono avere un aspetto quotidiano, devono avere in molti casi l'aspetto nostro o del vicino di casa, ma, a differenza nostra e di questo, sono sempre contenti (consumare = felicità) e abbiamo quindi una parte di realtà legata al prodotto che infatti troviamo nei negozi e supermercati e per strada, più una parte di finzione legata alla felicità che io raramente vedo e meno che mai nei consumatori.

Ma una persona che non può vivere alla grande come i personaggi tv, non è che si deprimerà ancora di più, sentendosi una disadattata facendo ricadere le colpe quindi solo su di sè?

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