Silvio Berlusconi è un vecchio e in quanto tale torna bambino. Lo notiamo dalla sua semplice divisione fra buoni e cattivi, fra chi ama e chi odia, sempre senza cercarne e comprenderne le motivazioni, sempre accusando il prossimo (per colpe in realtà sue, di B.), senza mai compiere una seria desamina dei suoi demeriti, ma sempre volendo essere il soggetto meritante sconfinata attenzione. Necessita di tanta attenzione,
anche se è lui ad essere al servizio nostro e non il contrario, ma, essendo un imprenditore di film, è conscio del fatto che la gente necessiti di provare e di sprigionare forti emozioni per il più carismatico personaggio quale lui è.
Lui cerca amore, anzi vuole amore, seminando però odio (si pensi agli insulti dei comizi suoi e dei suoi fidi alleati; alla prepotenza della sua maggioranza politica in diversi modi e su diversi temi) e, nel caso non gli venga concesso codesto amore, eccolo demonizzare una caterva di avversari (anche scongelati), di lavoratori superpartes accusandoli di seminare odio e di provarlo, pur
non potendolo dimostrare con frasi e fatti. Questo perchè, come un bambino, non conosce il senso del ridicolo e, sempre come un bambino, è straffottente.
Lui ama, mentre gli altri odiano. La gente lo (deve) ama(re), mentre la parte di dissidenti eversori lo (deve) invidia(re). Questo susseguirsi di dovere e di Re, non penso sia casuale.
Come si fa a parlare di amore quando, essendo semplicemente un'invenzione patriarcale per giustificare la voglia di possesso, il capo è lui e lui deve possedere? Lui, il capo, ci conquista, ma non perchè ci stimi, ma banalmente perchè
gli siamo utili.
Lo eravamo prima, arricchendolo tramite le nostre tv sintonizzate sui suoi canali, tramite il tifo calcistico, tramite i servizi delle sue banche ed assicurazioni di cui abbiamo fatto uso, ecc.;
lo siamo ora, con lui politico, perchè il nostro cosidetto amore, gli concede un potere quasi infinito, che sfocia nel legiferare per il bene suo e delle aziende sue, ed anche nell'incontrare leader stranieri, coi quali stringere accordi magari anche per allargare il suo business.
L'amore viene dal desiderio di possesso, e il possesso dall'egoismo, una sorta di istinto che porta il singolo a badare solo a sè stesso, sia da povero che da ricco perchè, essendo animale e non uno spirito, non un angelo, l'essere umano deve coprirsi e mangiare più che può e, sempre come un animale, deve riprodursi per lasciare i propri geni nel mondo in sfida alla propria mortalità e, per fare ciò, deve incrementare il suo prestigio.
Consci della sua malattia mentale che consta nel volersi riprodurre il più possibile (come Veronica Lario ci ha insegnato la scorsa estate), sappiamo che vorrebbe avere tanti Silviucci sparsi per la Penisola ma, non potendo realizzare questo suo sogno,
si accontenta di plasmarci sia esteriormente che intellettualmente.Fintanto che governare non si distaccherà dall'esercitare potere, noi popolo saremo sempre soggetti alla volontà del capo di assoggettamento (indipendentemente da chi esso sia).
Come nel passato, governare non è sinonimo di amministrare, ma di comandare, difatti per il capo è ammissibile (anzi, desiderabile ed ottenibile) una sola religione (fonte dell'immortalità dei buoni), un determinato "look" (scrigno della nostra purezza), una sola lingua, per terminare con un solo gruppo televisivo e un solo partito (gli unici depositari di verità, in realtà queste stanno in Tribunale, ma non ditelo a nessuno), in modo da raggiungere la fetta più grande possibile della popolazione, dotandola di regole che il conformismo non farà mutare e che renderà eversivi quegli esseri umani che non ne saranno schiavi.
Chi subisce attenzioni (considerate amorose dal pedinatore, disturbatore, pseudo conquistatore) diverrà vittima, perchè oggetto del desiderio dell'altro, oggetto che non deve mutare, ma splendere e muoversi, odorare e parlare come solo lui (lei) vuole.
Sia che creda o non creda all'amore ne sarà vittima, perchè costantemente perseguitato.
Ma se in un rapporto di coppia l'amore è destinato a finire, perchè l'uso che il singolo fa dell'altro termina con l'espletazione di alcune azioni/funzioni naturali (corteggiamento, riproduzione, accudimento e crescita della prole), o perchè il partner non colpisce la fantasia, non entusiasma più, insomma perchè non è una novità degna di attenzione (al pari di oggetti usa e getta e apparecchi tecnologici),
ecco che invece il leader ha sempre l'opportunità di reinventarsi (ne va della sua vita ricca di privilegi), di prometterci tante cose belle (senza mai realizzarle, in modo tale da poterle ripromettere alle successive elezioni) e, data la distanza fisica che eviterà al telespettatore di odiare certi "tic" e magari l'odore e l'alito, ci stupirà sempre, magari anche solo grazie ad un nuovo motto o colore di riferimento del partito. Si noti, infatti, la grande gioia che scaturisce dalle folle quando il leader compare nei vari paesi e nelle varie città, magari canticchiando tutti allegramente una canzonetta.
C'è acclamazione perchè c'è l'evento.La banalità dell'amore/odio (il secondo sentimento è sempre più veritiero del primo)
serve per raggiungere la totalità del popolo, inzuppato fin dalla nascita in un mondo pieno d'amore (si pensi alle favole col lieto fine, alle poesie tenue, alle canzoni melodiche di cui è ricco il nostro Bel Paese, a vari film con le coppie, ecc.),
popolo che dal capo sarà ricambiato con un sentimento d'amore ben rappresentato dai lucchetti dei racconti di Moccia, ovvero con un legame possessivo, un desiderio di possessivo possesso, per fortuna falsamente eterno.L'unica cosa eterna è sempre e solo l'immagine del potente.