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9 ottobre 2010

Vittime dell'informazione

Ogni volta è come la prima volta: quando muore una persona, meglio se piccola e dallo sguardo indifeso, tutti a parlarne usando come avatar una sua fotografia.

Giustamente ci si indigna e si piange per innocenti che muoiono
(se così non fosse sarebbe grave), però nessuno mette foto di gente viva ma che purtroppo ha subito degli abusi, come se di grave ci fosse solo la morte (che per alcuni è una liberazione).
Pensarla così è quanto di più banale possa esserci.
E forse molti la pensano in questa maniera giusto per unirsi alla massa.
Quindi, se proviamo compassione per le vittime, dovremmo averne anche per chi rimane in vita con traumi che forse durereranno per sempre.


Nei vari social network si chiede la pena di morte o la tortura per lo zio della ragazzina pugliese da quest'uomo uccisa e stuprata, e qui vengono fuori alcuni aspetti negativi della nostra società: si può infatti notare quanta perversione abbia la gente che si reputa buona e brava e soprattutto notare come l'attenzione di milioni di italiani sia concentrata su questo caso (programmi come "Porta a Porta", "Domenica In", "La vita in diretta", "Pomeriggio Cinque" e "Quarto Grado" si stanno già fremendo le mani e con loro gli sponsor), semplicemente perché ne han parlato in continuazione i Tg e i vari programmi, mentre di tante altre tragedie se ne da la notizia in 2 minuti e tutto finisce lì.

La cosa divertente/tragica è che mentre questi onesti padri di famiglia pensano a come torturare un assassino (divenendo quindi identici a lui), altri orchi saranno liberi di compiere le loro porcate.

Se negli scorsi mesi si parlò di Stefano Cucchi, di Aldovrandi non mi risulta
(è di oggi la notizia che lo Stato risarcirà la famiglia con 2 milioni di Euro).
Erika e Omar, Franzoni, Sarah e tante altre tragedie divenute telenovela atte a coprire gli scandali ed abusi di Stato.

Complimenti Tv, ci hai sempre sotto controllo!

1 commento:

Francesco Zaffuto ha detto...

condivido ogni parola di questo post. mostri per una società mostruosa.
saluti