Luca Ricolfi, venerdì 10 settembre 2010 su La Stampa, si chiede retoricamente se la Lega Nord sia federalista..
Inizia dicendo che i primi dubbi gli vennero due anni fa quando venne varata la legge sui servizi pubblici locali. Cosa avvenne? Anziché liberalizzare il mercato cercando di eliminare sprechi e inefficenze, la Lega fece da freno, perché "ci sarebbe stato il rischio di dare lavoro ad aziende straniere", disse un parlamentare leghista al nostro giornalista.
Manovra e relativi sacrifici? Non per le "Province inutili", alla faccia del programma del centro-destra che, se fossero stato soppresse, i leghisti avrebbero salutato tante belle poltrone. "Stop: provvedimento stralciato e messo in un binario morto", ci conferma il giornalista.
E i Sindaci? Protestarono assieme ai dirigenti nazionali della Lega contro i vincoli del "patto di stabilità" (accordo stipulato dai Paesi dell'UE per controllare le rispettive politiche di bilancio).
Manovrina estiva coi suoi "tagli lineari" a Regioni, Province e Comuni?
No, non va bene neanche quella. I territori virtuosi non vengono premiati, quelli spreconi non vengono puniti, e chi è che spreca se non quelli che tirano su, al Nord, scuole pubbliche con simboli di partito poi da eliminare?
Ricolfi ci dice che secondo lui il federalismo coi suoi "decreti delega", verrà attuato fra non prima di due anni, perché adesso quei decreti sono nient'altro che scatole vuote, perché impostati senza numeri, non si sa quanto dovranno risparmiare le varie amministrazioni e quanta evasione dovranno recuperare.
Nonostante ciò i boss della Lega parlano di Federalismo sicuro, in cassaforte, e spingono a nuove elezioni, ma se davvero si dovranno formare nuove Camere sarà dura attuare queste politiche federaliste perché è pensabile, in Senato, un'alleanza col "Terzo polo" dei casiniani e rutelliani.
Dubbio di Ricolfi: "Se il voto mette a repentaglio il federalismo, perché la Lega vuole le elezioni a tutti i costi, fino al punto da far cadere il governo?"
Perché il voto sarà probabilmente dannoso al PDL e al PD, mentre la Lega si godrà tanti bei nuovi posti in Parlamento, ma la caduta del governo attuaale può far perdere il federalismo e allora Ricolfi si chiede "perché la Lega non teme di perderlo ora che è a un passo dalla meta?"
Perchè, riflette, ormai per la Lega è diventato più importante il proprio allargamento nella pubblica amministrazione (Comuni, Province, Regioni, Parlamento) che in origine questo partito voleva bonificare e che ora sembra un terreno da pascolo .
Morale della favola: "il federalismo inizialmente era un fine, ora è un mezzo, uno strumento di propaganda. Crescendo, la Lega sta diventando un partito come gli altri", alla faccia dei "bravi politici locali che fanno il loro dovere con serietà e passagione."
2 commenti:
Penso che il ragionamento di Ricolfi non faccia una piega. Povera Italia
Non ho capito una cosa però: se prenderà più voti perché si menziona l'importanza del terzo polo? Alla fine la Lega potrà cmq far pesare la sua mole, no?
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