Qui l'articolo su Repubblica, dal titolo "Prof e alunni su Facebook. Le amicizie sono da vietare? Il rischio è quello di perdere autorevolezza senza creare un rapporto reale".
Un'impostazione millenaristicamente gerarchica non può sgretolarsi per mezzo della tecnologia che, invece, dev'essere al servizio di questo sistema, ad esempio dando poteri orwelliani ai governi, agli Stati, ai servizi segreti che, presi accordi o anche no con i vari produttori di software, ancora una volta si ergono a dei per spiarci e punirci.
Come ben spiegò Foucault, un mezzo per non incorrere nella repressione è la creazione di una cultura che ci educhi al rispetto verso i potenti tramite un'educazione (disciplina, docilità) impartiteci fin da piccoli prima dentro la famiglia poi nelle scuole.
E lo scopo della scuola non è tanto il passaggio di conoscenza (figurarsi lo scambio..), quanto lo sfruttare la buona fede dei bambini per imprigionarli per anni e anni per farli abituare alla loro futura vita da adulti lavoratori: dentro un ufficio o una fabbrica non cambia, in ambo i casi ci sono regole ferree da rispettare riguardanti gli orari e l'ubbidienza. Prigione innaturale che fa sentire i bambini, i ragazzini e i ragazzi delle cose inanimate, immobili, senza la necessaria libertà sia di movimento (addirittura bisogna chiedere il permesso per andare in bagno!) che di espressione, prigione che vuole avere tanti vasi da riempire con la scienza calata dall'alto e scelta ad hoc.
Invece, come propose Illich, la scuola dovrebbe essere un luogo dove i ragazzi si ritrovano per scambiarsi informazioni politiche, teorie economiche, idee sociali, attraverso un rapporto alla pari, come se ci si ritrovasse in una..riunione di blogger! Inoltre, oltre quindi a non presentare alcuna gerarchia che attualmente è composta da: bidelli - capo classe - rappresentanti d'istituto - professori - vice preside - preside, dovrebbe e potrebbe essere un luogo in cui si entra volontariamente e sempre volontariamente ci si può applicare in svariati lavori manuali, grazie ai quali si avrà sempre l'opportunità di lavorare (lavorare inteso come lavoro atto a soddisfare esigenze reali del prossimo e nella misura che ci possa fornire un pasto e un tetto, senza quindi dover rispettare orari e quantità che alieno, che eliminano ogni senso).
Come ho già ripetutamente scritto in questo blog, mi fa ridere chi scende in piazza protestando veemente per i tagli alla scuola pubblica, perchè non è gente che vuole studiare ciò che gli piace, ma gente vittima incosciente della società che da questa viene sfruttata per perpetuarla.
Prof e alunni amici? Certo, non siamo forse tutti esseri viventi che dovremmo cooperare?
Trovo inamissibile che la quantità di cultura determini predominio. E' un'idea imperialista che deve crollare al più presto!
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