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15 novembre 2012

Protestate contro la scuola, non contro i tagli

Quando i servizi usati dai cittadini (o obbligati ad essere usati da questi, come nel caso della scuola) subiscono tagli indiscriminati è giusto protestare.

Però io vado oltre e non è la prima volta che lo scrivo: bisogna protestare contro l'obbligo della scuola, non contro i tagli!

Ne parlai ad ottobre in questo video caricato su YouTube:


Mi sono fatto questo brevo elenco di lati negativi:

Voti? Ma non la si dovrebbe frequentare per imparare? Ah no, la si frequenta perché si è rei di aver compiuto una certa età (un po' come per la schifosa pensione).
Non conta ciò che siamo e sappiamo, contano i numeri per incasellarci e buttarci dentro un futuro.. senza futuro, a meno che ognuno di noi non si ribelli e non cerchi una via d'uscita originale.

Botte? Eh sì, maestre e genitor

i picchiano, le prime per il comportamento e i secondi per i voti di cui prima.

Suicidi? Purtroppo sì, a causa di voti e/o bullismo.

Orari, regole, note, sospensioni, bocciature?
E perché mai tutti quanti dovremmo volere imparare (tra l'altro cose scelte dall'alto) all'interno di orari prestabiliti e uguali per tutti? Perché un alunno può essere sospeso e bocciato mentre un prof no? Perché un prof può svolgere il ruolo anche di vigile e giudice?

Infine, perché la divisione in classi? Ci vorrebbe semplicemente una bella divisione in base alle tematiche, alle materie. Chi vuole impara di più. Chi non vuole si accontenta e magari vivrà meglio con un bel lavoretto manuale sicuro.


Ovviamente non sono il solo a pensarla così: ieri infatti ho trovato un bellissimo sito che si chiama Controscuola.

Vi lascio con alcune delle parole di Giovanni Papini scritte nel 1914 (clicca QUI per leggere il testo integrale):

"Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto - contro la morte - contro lo straniero
 - contro il disordine - contro la solitudine - contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a sé stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.
Vi sono sinistri magazzini di uomini cattivi - in città e in campagna e sulle rive del mare - davanti a' quali non si passa senza terrore.
Lì son condannati al buio, alla fame, al suicidio, all'immobilità, all'abbrutimento, alla pazzia, migliaia e milioni di uomini che tolsero un po' di ricchezza a' fratelli più ricchi o diminuirono d'improvviso il numero di questa non rimpiangibile umanità. Non m'intenerisco sopra questi uomini ma soffro se penso troppo alla loro vita - e alla qualità e al diritto de' loro giudici e carcerieri. Ma per costoro c'è almeno la ragione della difesa contro la possibilità di ritorni offensivi verso qualcun di noialtri.
Ma cosa hanno mai fatto i ragazzi, gli adolescenti, i giovanotti che dai sei fino ai dieci, ai quindici, ai venti, ai ventiquattro anni chiudete tante ore del giorno nelle vostre bianche galere per far patire il loro corpo e magagnare il loro cervello? Gli altri potete chiamarli - con morali e codici in mano - delinquenti ma quest'altri sono, anche per voi, puri e innocenti come usciron dall'utero delle vostre spose e figliuole. Con quali traditori pretesti vi permettete di scemare il loro piacere e la loro libertà nell'età più bella della vita e di compromettere per sempre la freschezza e la sanità della loro intelligenza?"

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