Premessa: vorrei un mondo dove chi lavora e chi dà lavoro vivessero bene assieme, un mondo quindi dove non si parlerebbe più di sfruttatori e sfruttati alla canna del gas, bensì un mondo dove ambo le parti sono unite come amici o fratelli per raggiungere uno scopo comune!
Però la realtà mi porta a porre poca fiducia verso i datori di lavoro che molto spesso, grazie a pressioni sulla politica, ottengono una legiferazione legata ai contratti di lavoro a loro favore, in modo tale che è possibile far lavorare a lungo giovani o meno giovani levando a questi certe garanzie un tempo presenti o presenti solo all'estero, come ad es. lo stage retribuito (ma retribuito seriamente!).
Conosciamo bene tutti quanti l'odioso problema dei contratti a progretto della durata di, ad es., 3 mesi i quali vengono subito rinnovati ad ogni scadenza, anziché stipulare un contratto a tempo indeterminato.
Detto ciò, lascio la parola ad una politica parente di Renzi che si scaglia proprio contro il premier:
"Il decreto sulla riforma del lavoro contiene cose buone, intendiamoci, riesce a guardare a chi ha di meno, introduce maggiore equità negli ammortizzatori sociali, ma la contrattualistica e l’apprendistato no, non sono di sinistra e nemmeno da riformista, non hanno funzionato altrove. La flessibilità serve, ma il decreto la imposta non come bisogno, non come emergenza, ma come soluzione. La verità? È una ristrutturazione selvaggia con un po’ di infarinatura di sinistra. L’alleggerimento di carico sulle imprese si carica sullo Stato, che non ce la fa, ma questo problema si rinvia, si sottace. Perché non parte dal taglio ai costi della burocrazia? Lui è rapido, è dinamico, osserva i tempi stretti che la crisi impone, ha coraggio ma se vai contro il sindacato, cosa che mi sta anche bene, allora devi contrastare anche le imprese che al Paese non hanno dato ma solo preso, che non hanno investito in economia reale, che hanno costruito fortune sull’uso totale del precariato anche quando le cose andavano meglio. Questa parte del decreto la deve cambiare".
FONTE: Libero
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