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19 maggio 2010

Ho visto il comunismo, ed è subito scomparso

Viviamo nel "mercato globale", sia dentro casa che per la strada dove la nostra vita è aggredita dalle pubblicità di una miriade di aziende private locali, nazionali e globali che cercano di venderci con offerte strappalacrime anche la benzina per i nostri motori, le cui conseguenze ovviamente vengono censurate, e che cercano di stamparci addosso il loro marchio col quale bullarci verso i più poveri che ovviamente ci invidiano.

Viviamo fra marchi, plastica e culi virtuali.
Ecco, la cosa più bella, quest'ultima, è virtuale.
La plastica invece regna sovrano anche in fondo al mare..

Se riesci a scansare queste imprigionanti incongruenze asfittiche della vita contemporanea dell'occidente e del "Turboriente", puoi trovare dei lidi, anzi dei nidi..nidi di comunismo, ma non quello sovietico, ma quel comunismo idealizzato da tanti sognatori.
Uno di questi posti è sicuramente la biblioteca: lo Stato o il Comune ti rifornisce di cultura come nessun altro al mondo e non lo fa per soldi, ma perchè si cura di te e di tutti noi.
Anche se è pubblico, non corri alcun rischio: niente pinzette nello stomaco, niente disastri nucleari sottaciuti, niente carriera per i leccaculo politicizzati, ma solo benessere culturale diffuso e non pubblicizzato.
Ci vai perchè ne senti il bisogno, non perchè sei stato plagiato.


Poi, però, questo comunismo ideale scompare, perchè non appena si prende in prestito un libro, ricompare la bramosia del possesso, la proprietà privata.
Quel libro sta a casa tua e lo riconsegnerai sicuramente il giorno successivo a quello prestabilito (in realtà farai così perchè devi ancora finire di leggerlo).

Da questo piccolo particolare si evince che il comunismo non può esistere.

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