Leggo di una 40enne in carriera che a causa del Jobs Act (chiamarlo riforma del lavoro è troppo complicato!) non può più cambiare lavoro com'era solita fare cercando di volta in volta impieghi e stipendi sempre migliori, perché ora le aziende preferiscono assumere giovani.
In giro invece sento due parlare anch'essi di lavoro, con uno di questi che parla di un ragazzo che si è laureato in Economica e Commercio con 110 e lode e che quindi ha due palle così (e penso che abbia proseguito dicendo che però lo fanno lavorare poco o nulla).
Caso 1: se si ha un lavoro sicuro ma si è quasi impossibilitati nel continuare a fare carriera, oggi come oggi, è un dramma? NO!
Caso 2: cosa centra avere le palle con una laurea che può essere ottenuta da chiunque? Una laurea, specie in economia, non è sinonimo né di intelligenza né di coraggio (che poi cosa centri le palle col coraggio non l'ho mai capito, anche perché chi ha le palle giganti dovrebbe avere paura di compiere qualsiasi movimento..), basta studiare due formule, fare due conti ed è fatta, inoltre chi sceglie quella laurea lì, se non crea un'impresa, di coraggio ne ha ben poco perché cerca un classico lavoro da dipendente ben retribuito.
Io sinceramente la gente non la capisco e non la sopporto.
Sempre lì con la testa fissata sui soldi. Mi viene da pensare che anche l'amicizia e l'amore per loro abbiano senso soltanto se il proprio portafoglio si gonfia (un amico è considerato tale solo se ti dice come investire bene i soldi, la fidanzata/moglie/marito, ecc., va bene solo se proviene da una famiglia ricca o se è in carriera).
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