Il decreto Conte e quelli dei vari governatori (le Regioni hanno potere legislativo) pensano bene di colpire passeggiatori e sportivi solitari e innocenti, anziché scagliarsi contro le vere cause che hanno portato ad una diffusione inimmaginabile del virus in alcune zone d'Italia come la Lombardia.
Politici e giornalisti vogliono far credere alla massa che la diffusione del virus non avvenga nei luoghi affollati come molti posti di lavoro (Confindustria è sempre stata contro la creazione di una Zona Rossa a Bergamo!), ma che avvenga a causa dei runner untori.
Ora vengono accusati i genitori che vogliono far compiere il giro dell'isolato ai propri figli piccoli, e poi vedrete che verrà il turno dei cani!
Ma perché avviene tutto ciò?
Avviene perché le persone a casa non sanno cosa fare e anziché ragionare è più facile accusare quelle persone che, invece, in casa non ci stanno.
Non importa se hanno giustificati motivi e se stanno poco per strada, l'importante è trovare qualcuno che possa essere definito colpevole e che sia ben visibile. In questo modo la massa non si occupa di casi politici, di malasanità, ecc., ma solo di cose inutili atte a dividere il popolo.
A parte questa "dietrologia", vediamo quanto rischiamo nel caso non rispettassimo il decreto.
SPOSTAMENTI INGIUSTIFICATI
La sanzione va da €400 a €3.000 con un aumento di 1/3 se il mancato rispetto delle varie misure avviene mediante l'utilizzo di un veicolo. Quindi sì, anche i pedoni vengono sanzionati.
Le persone multate prima del 25 marzo vedono trasformarsi la vecchia denuncia in una sanzione da €200.
Chi esce di casa pur essendo risultato POSITIVO e quindi ufficialmente messo in quarantena, viene punito con la reclusione da 1 a 5 anni.
FALSA AUTOCERTIFICAZIONE
Si va nel penale perché si tratta di un reato di falso commesso ai danni di pubblici ufficiali. Chi dichiara il falso sull'identità o qualità personali proprie o di altri rischia da 1 a 6 anni di reclusione.
ATTIVITA' APERTE
Chi tiene aperto il proprio negozio non rispettando l'obbligo chiusura, rischia una chiusura da 5 a 30 giorni.
Chi può rimanere aperto e non fa rispettare la distanza minima di sicurezza di metro, rischia la sospensione dell'attività.
Dati trovati su: Lavoro e Diritti
Nessun commento:
Posta un commento