"Non siamo mercenari, ma volontari senza un soldo di paga, che combattono per una giusta battaglia".
Vabbé.
Ma non finisce qui, ci sono anche altri uomini dotati di grandi muscoli e numerose munizioni che però combattono per i filorussi.
"Nel calderone della guerra civile in Ucraina c'è di tutto, dall'Italia arrivano anche i filo-russi. E sventolano un tricolore con la stella rossa in mezzo, come la bandiera della brigata partigiana Garibaldi durante la seconda guerra mondiale. Il «partito comunitarista», come si legge sul suo sito, farebbe parte del filone fascio-comunista in contatto con l'ideologo della Grande Russia euro asiatica, Aleksandr Dugin".
Non so se riuscirò mai a comprendere perché la gente abbia così a cuore la divisione dell'umanità in nazioni e Stati. Dovrebbe lottare per vivere assieme senza confini, senza Stati che li mandano al macello, invece gli piace proprio rischiare la vita, si sentono veri uomini, o semplicemente si sentono vivi e impegnati!
Interessante il commento di Fabrizio De Paoli, pur considerando che io non sto coi russi e neanche coi nazionalisti ucraini, anche se comprendo il perché di questo nazionalismo considerando il passato vissuto dagli ucraini specie durante la 2^ G.M. per colpa delle politiche sovietiche:
"Questo giornale invecchiando peggiora, è sempre più illiberale ed allineato, al punto da far passare per "eroe" una persona che combatte contro dei ribelli. Un ribelle è uno che si ribella, e se si ribella è perché si sente schiavo ed oppresso, quindi chiunque combatta la sua ribellione vuole come minimo mantenerlo oppresso ed in schiavitù. Non mi sembra molto onorevole come comportamento. Volete chiamare i ribelli separatisti? Stessa cosa, uno che vuole separarsi lo fa perché non sta bene e nessuno può impedirglielo. Non starete mica mettendo le mani avanti in vista del Veneto indipendente?..."
FONTE: IL GIORNALE
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