Riporto la parte finale di un lungo articolo di un professore comparso su MicroMega:
"Nel frattempo da una biosfera sotto assedio ci giungono appelli che
hanno il suono dell’ultimatum.
I governi, soprattutto quelli delle
grandi potenze, sono al bivio.
Persistere nella paranoica preparazione
al “caso peggiore” strategico-militare come appare agli occhi dell’uno o
dell’altro, oppure dirottare attenzione politica e risorse economiche
verso la prevenzione del worst case dei pericoli e dei rischi
nella natura e nella società
Con il risultato sgradito forse ad alcuni
ma non alla maggioranza degli esseri umani, i quali tutti
beneficierebbero della prevenzione dei pericoli “naturali”."
Aggiungo io:
quando si è in guerra decadono i diritti, scompare l'informazione e
l'opposizione.
Tutti i cittadini devono sacrificarsi per far vincere lo
Stato.
La guerra è un fatto ben diverso dal medicare malati e scoprire vaccini.
E se l'obiettivo non è più il virus ma una serie di untori che si rivelano essere totalmente innocenti?
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