"Non c'è nessuna evidenza che il virus possa essere acquisito per via aerea all'aperto, se non con il contatto diretto con una persona contagiata".
E' perentorio Marcello Tavio, direttore della Unità operativa di Malattie infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona e presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commentando le notizie che circolano sul correre all'aperto.
Attività, comunque, sul punto di essere vietate a causa di rischiosi assembramenti visti in molte città.
"Sono
allarmismi scellerati che
generano terrore ingiustificato nella popolazione.
E attenzione: quando
le persone hanno timore si comportano in maniera razionale, ma se
scaturisce il panico si diventa irrazionali.
Io non commento le norme,
ma mi limito a ribadire i presupposti che servono al legislatore per
prendere una decisione.
E i presupposti sono che questa malattia passa
da persona infetta a persona sana con il contatto e quello che si deve
evitare massimamente è questo contatto.
Le strade che si possono
intraprendere per farlo sono diverse: si può arrivare ai casi più
estremi, con la limitazione della libertà individuale in tutte le forme
possibili e immaginabili ma ribadisco che per non far circolare il virus
sarebbe sufficiente individuare tutte le persone infette e malate,
perché sono visibili".
Fonte: Yahoo
Ne approfitto per linkarvi un altro articolo, relativo al disinfettare le strade, comparso su Il Post.
"A oggi non ci sono evidenze scientifiche per sostenere che le superfici
su cui camminiamo siano coinvolte nella trasmissione del coronavirus";
È importante sottolineare che esistono informazioni contrastanti circa l’utilizzo di ipoclorito e la sua capacità di distruggere il virus su superfici esterne (strade) e in aria. L’efficacia delle procedure di sanificazione per mezzo dell’ipoclorito su una matrice complessa come il pavimento stradale non è peraltro estrapolabile in alcun modo dalle prove di laboratorio condotte su superfici pulite.";"Durante il picco dell’epidemia da coronavirus a Wuhan, la città della Cina dove si erano registrati i primi casi di gravi polmoniti atipiche causate dalla COVID-19, erano circolate molte immagini di operatori intenti a spruzzare sostanze disinfettanti sulle superfici esterne, una pratica che era stata poi ripresa da altri paesi.
I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie in Cina hanno in seguito messo in dubbio questa pratica, spiegando che il ripetuto impiego di disinfettanti “potrebbe comportare inquinamento ambientale e dovrebbe essere evitato”.
"L'ARPA Piemonte l'ha definita una pratica dannosa per l'ambiente".
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